Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.

Adorazione Eucaristica

XXXIVª Domenica del Tempo Ordinario Anno “B”

Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo

 

Cel. “Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto rinnovare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,
fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.”
(Colletta)

 

G. La celebrazione della regalità di Cristo Signore propone, alla conclusione di ogni Anno liturgico, la riflessione sul senso del tempo e della storia alla luce del Vangelo. Gesù è re, ma non di questo mondo! La sua regalità non entra in competizione con i poteri di questo mondo; consiste, piuttosto, nel dono della sua vita per salvare l'umanità. Dunque, il Regno di Dio si è reso concreto nella croce e risurrezione di Gesù.

 

SAC. “il Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!”

+  Dal Vangelo secondo Giovanni: (Gv 18,33-37)

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Parola del Signore.

 

Pausa di Silenzio

 

G. Gesù Cristo è re perché è l'unico mediatore della salvezza di tutta la creazione. In lui, tutte le cose trovano il loro compimento, la loro vera consistenza secondo il disegno creatore di Dio. Dio continua a creare per mezzo dell'amore e tutta la creazione è chiamata, nell'uomo, a partecipare alla sua stessa vita divina, a entrare nella sua Famiglia. Questo disegno di amore si compie soltanto nell'invio dell'Uomo-Dio perché solo l'Uomo-Dio è capace, nella sua umanità, di far entrare nella Famiglia del Padre. Se tale è il disegno creatore di Dio, è in Gesù Cristo che tutta la creazione trova il punto d'appoggio della sua consistenza definitiva.

 

 

Tutti

 

Dal Salmo 92: Rit. Il Signore regna, si riveste di splendore.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza. Rit.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei. Rit.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. Rit.

Pausa di Silenzio

Nella domenica che conclude l'anno liturgico la Chiesa celebra la festa di Cristo Re. Cristo è l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine, o meglio il Compimento di tutte le cose.

Cristo è il re dell'universo, è il re di tutti e di ciascuno. Cristo è il mio re: Colui che mi ha conquistato dando tutto se stesso, colui che mi ha liberato, mi ha fatto suo, per vivere in una libertà e pienezza uniche, colui che mi chiama e mi onora di poter essere un membro attivo, una persona importante nel suo regno, che è la vita, è la Chiesa, è l'umanità, è il regno dei cieli.

L'Apostolo Paolo ci offre una visione molto profonda della centralità di Gesù. Ce lo presenta come il Primogenito di tutta la creazione: in Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui furono create tutte le cose.

Egli è il centro di tutte le cose, è il principio. Gesù Cristo, il Signore: Dio ha dato a Lui la pienezza, la totalità, perché in Lui siano riconciliate tutte le cose. Signore della Creazione, Signore della riconciliazione.

Questa immagine ci fa capire che Gesù è il centro della creazione; e pertanto l'atteggiamento richiesto al credente, è quello di riconoscere e di accogliere nella vita questa centralità di Gesù Cristo, nei pensieri, nelle parole e nelle opere.

E così, i nostri pensieri saranno pensieri cristiani, pensieri di Cristo. Le nostre opere saranno opere cristiane, opere di Cristo. Le nostre parole saranno parole cristiane, parole di Cristo.

Invece, quando si perde questo centro, perché lo si sostituisce con qualcosa d'altro, ne derivano soltanto dei danni, per l'umanità e l'ambiente attorno a noi e per l'uomo stesso.

Oltre ad essere centro della creazione e centro della riconciliazione, Cristo è centro del popolo di Dio. Egli è qui, al centro di noi. È qui, nella Parola, ed è qui, sull'altare, vivo, presente, in mezzo a noi, il suo popolo.

Cristo, discendente del re Davide, è il "fratello" intorno al quale si costituisce il popolo, è colui che si prende cura del suo popolo, di tutti noi, a costo della sua vita. In Lui noi siamo uno: un solo popolo; uniti a Lui, condividiamo un solo cammino, un solo destino. Solamente in Lui, in Lui come centro, abbiamo l'identità come popolo.

Cristo è il centro della storia dell'umanità e anche il centro della storia di ogni uomo. A Lui possiamo riferire le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di cui è intessuta la nostra vita.

Quando Gesù è al centro, anche i momenti più bui della nostra esistenza si illuminano, e Lui ci dà speranza, come avviene per il buon ladrone che si rivolge a Gesù e ottiene la salvezza.

Abbiamo bisogno di invocare e affrettare il regno di Cristo: regno di giustizia, di amore, di pace, di perdono, di amore. Davvero il mondo ha bisogno di questo regno, ha bisogno di Cristo Salvatore.

Siamo chiamati ad essere i collaboratori di Cristo, i costruttori del suo regno, i portatori della verità di Gesù, dei valori profondi del suo vangelo, del suo stile e delle sue scelte di vita.

Perché il mondo sia "umano", ha bisogno di essere "cristiano", cioè secondo il Cuore di Cristo, il suo regno, nella novità dell'amore. Di questo ogni epoca ha bisogno; anche l'umanità di oggi è chiamata a implorare e a costruire il regno di Dio, la civiltà dell'amore e non dell'odio. (d.R.Rossi)

 

Tutti

Signore Gesù,

noi ti ringraziamo

perché la Parola del tuo Amore

si è fatta corpo donato sulla Croce,

ed è viva per noi nel sacramento

della Santa Eucaristia.

Fa’ che l’incontro con Te

Nel Mistero silenzioso della Tua presenza,

entri nella profondità dei nostri cuori

e brilli nei nostri occhi

perché siano trasparenza della Tua carità.

Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia

continui ad ardere nella nostra vita

e diventi per noi santità, onestà, generosità,

attenzione premurosa ai più deboli.

Rendici amabili con tutti,

capaci di amicizia vera e sincera

perché molti siano attratti a camminare verso di Te.

Venga il Tuo regno,

e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente. Amen.

 

Canto:

 

Pausa di Silenzio

 

Due re, uno di fronte all'altro. Pilato, la massima autorità civile e militare in Israele, il cui potere supremo è di infliggere la morte; Gesù che invece ha il potere, materno e creatore, di dare la vita in pienezza.

Chi dei due è più libero, chi è più uomo? Pilato, circondato dalle sue legioni, prigioniero delle sue paure, oppure Gesù, un re disarmato che la verità ha fatto libero; che non ha paura, non fa paura, libera dalla paura, che insegna a dipendere solo da ciò che ami?

Mi commuove ogni volta il coraggio di Gesù, la sua statura interiore, non lo vedi mai servile o impaurito, neppure davanti a Pilato, è se stesso fino in fondo, libero perché vero.

Dunque tu sei re? Pilato cerca di capire chi ha davanti, quel Galileo che parla e agisce in modo da non lasciare indifferente nessuno. La riposta: Sì, ma il mio regno non è di questo mondo. Forse riguarda un domani, un al di là? Ma allora perché pregare "venga il tuo regno", venga nelle case e nelle strade, venga presto?

I regni della terra, si combattono, il potere di quaggiù ha l'anima della guerra, si nutre di violenza. Gesù invece non ha mai assoldato mercenari, non ha mai arruolato eserciti, non è mai entrato nei palazzi dei potenti, se non da prigioniero.

«Metti via la spada» ha detto a Pietro, altrimenti la ragione sarà sempre del più forte, del più violento, del più crudele, del più armato. Il suo regno è differente non perché si disinteressa della storia, ma perché entra nella storia perché la storia diventi tutt'altra da quello che è.

I servi dei re combattono per loro. Nel suo regno accade l'inverso, il re si fa servitore: non sono venuto per essere servito, ma per servire. Non spezza nessuno, spezza se stesso; non versa il sangue di nessuno, versa il suo sangue; non sacrifica nessuno, sacrifica se stesso per i suoi servi.

«Il suo regno non è di questo mondo, ed è per questo che può essere in questo mondo, e può riprenderne le minime cose senza sciuparle, può riprendere ciò che è rotto e farne un canale» (Fabrice Hadjadj).

Pilato non può capire, prende l'affermazione di Gesù: io sono re, e ne fa il titolo della condanna, l'iscrizione derisoria da inchiodare sulla croce: questo è il re dei giudei.

Voleva deriderlo e invece è stato profeta: il re è visibile là, sulla croce, con le braccia aperte, dove dona tutto di sé e non prende niente. Dove muore ostinatamente amando. E Dio lo farà risorgere, perché quel corpo spezzato diventi canale per noi, e niente di quell'amore vada perduto.

Pilato poi si affaccia con Gesù al balcone della piazza, al balcone dell'universo, lo presenta all'umanità: ecco l'uomo! E intende dire: ecco il volto alto e puro dell'uomo. (E.Ronchi)

Tutti

Non sono degno, Signore,

che tu entri nella mia casa.

Vedi bene che c'è del disordine.

Non è pronta ad accoglierti.

Avrei voluto per te un ambiente più ospitale

e prepararti qualcosa di gustoso, per trattenerti.

Sono impreparato e perciò ti confesso:

non son degno che tu entri!

Mi piacerebbe tanto che, come facesti una volta

con Zaccheo, tu dicessi anche a me:

«oggi devo fermarmi a casa tua».

Non ardisco sperarlo, non oso domandarlo.

Vedi, Signore: la porta è aperta,

ma la casa non è pronta!

Almeno così a me pare. E a te?

Rimaniamo, ad ogni modo,

a parlare un po' sull'uscio.

È bello ugualmente. Ho delle cose da dirti.

Ho, soprattutto, bisogno di ascoltare

tante cose da te.

Quante vorrei udirne dalla tua bocca!

Ne ha bisogno il mio cuore ferito.

Parla, allora, Signore. Ti ascolto.

La tua Parola è vita per me. Vita eterna. Amen.

( Marcello Semeraro Vescovo di Albano)

Pausa di Silenzio

Canto:

 

Meditazione

Preghiere spontanee

Padre Nostro

 

G. C'è una regalità che non ha bisogno di esibire insegne luccicanti,

né di imporsi con la forza. C'è un potere che non ricorre all'uso della violenza e tuttavia trasforma in profondità il corso degli eventi solo attraverso l'amore. Tu sei re, Gesù, e lo dichiari davanti al procuratore romano, a costo di apparire un illuso, perché non corrispondi per nulla all'immagine del potente di turno. In quel momento, in effetti, sembra che sia Pilato a poter disporre della tua vita solo perché può decidere di farti morire sulla croce. Ma a considerare gli avvenimenti con uno sguardo profondo, l'apparenza non inganna più. Questa nostra storia ha visto sgretolarsi inesorabilmente il mondo costruito con le armi delle legioni e ha registrato la forza dirompente del tuo amore disarmato. Non eri tu, dunque, il debole, né lo sconfitto, né il perdente, e la tua croce non ha costituito il segno inequivocabile del fallimento: proprio attraverso di essa tu hai tracciato un corso nuovo all'umanità.

 

Tutti

Preghiera per le vocazioni sacerdotali

Obbedienti alla tua Parola, ti chiediamo, Signore:

“manda operai nella messe”.

Nella nostra preghiera, però,

riconosci pure l’espressione di un grande bisogno:

mentre diminuiscono i ministri del Vangelo,

aumentano gli spazi dov’è urgente il loro lavoro.

Dona, perciò, ai nostri giovani, Signore,

un animo docile e coraggioso perché accolgano i tuoi inviti.

Parla col Tuo al loro cuore e chiamali per nome.

Siano, per tua grazia, sereni, liberi e forti;

soltanto legati a un amore unico, casto e fedele.

Siano apostoli appassionati del tuo Regno,

ribelli alla mediocrità, umili eroi dello Spirito.

Un’altra cosa chiediamo, Signore:

assieme ai “chiamati”non ci manchino i “chiamanti”;

coloro, cioè, che, in tuo nome,

invitano, consigliano, accompagnano e guidano.

Siano le nostre parrocchie

segni accoglienti della vocazionalità della vita

e spazi pedagogici della fede.

Per i nostri seminaristi chiediamo perseveranza nella scelta:

crescano di giorno in giorno in santità e sapienza.

Quelli, poi, che già vivono la tua chiamata

- il nostro Vescovo e i nostri Sacerdoti -,

confortali nel lavoro apostolico, proteggili nelle ansie,

custodiscili nelle solitudini, confermali nella fedeltà.

All’intercessione della tua Santa Madre,

affidiamo, o Gesù, la nostra preghiera.

Nascano, Signore, dalle nostre invocazioni

le vocazioni di cui abbiamo tanto bisogno. Amen.

(+ Marcello Semeraro Vescovo di Albano)

 

Canto: Tantum Ergo

 

Tantum ergo Sacramentum

Veneremur cernui

Et antiquum documentum

Novo cedat ritui

Praestet fides supplementum

Sensuum defectui.

Genitori Genitoque

Laus et jubilatio

Salus, honor, virtus quoque

Sit et benedictio.

Procedenti ab utroque

Compar sit laudatio.

 

 

 

V Hai dato loro il pane disceso dal cielo.

R Che porta con sé ogni dolcezza.

 

Guarda, o Padre, al tuo popolo, che professa la sua fede in Gesù Cristo,
nato da Maria Vergine, crocifisso e risorto, presente in questo santo sacramento e fa' che attinga da questa sorgente di ogni grazia frutti di salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.

Amen

 

 

 

Elevazione del Santissimo Sacramento e Benedizione Eucaristica.  Al termine: Acclamazioni:

Dio sia benedetto.

Benedetto il  Suo Santo Nome.

Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.

Benedetto il Nome di Gesù

Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.

Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.

Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare.

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.

Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione

Benedetta la sua gloriosa Assunzione.

Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.

Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo.

Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

 

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